Incanto di Riccardo Romeo

Incanto di Riccardo Romeo

Le foto in mostra sono state realizzate la sera del 24 febbraio 2021, percorrendo in bicicletta alcuni luoghi noti di Pisa, dai lungarni a piazza San Paolo in Ripa d’Arno, Piazza dei Miracoli, Piazza dei Cavalieri e via Santa Maria. Una breve uscita di poco più di un’ora che ha prodotto una sorta d’incantesimo.

Nel pieno di una pandemia che ha potentemente svuotato i luoghi d’incontro, la presenza delle persone che isolatamente compaiono in alcune foto si fa rarefatta e si inserisce in un contesto dominato dalla nebbia che ne caratterizza l’atmosfera.
L’elemento della nebbia produce un ammorbidimento dei contorni nei soggetti ripresi che appaiono quasi segnati da una stanchezza latente. La nebbia dilata le luci della strada, calde o fredde che siano, e sospende il tempo, anticipando una scomparsa, un allontanamento da tutto quello che rimane intorno.
‘Incanto’ vuole essere l’omaggio a una Pisa immersa nel vapor acqueo, un omaggio ai bagliori notturni e a quel perdersi che permette di poter raggiungere confini percettivi nuovi a partire però da un contesto ben conosciuto. La familiarità dei luoghi, in questo senso, non ostacola ma, al contrario, fa nascere la possibilità di un contatto diverso, in primis visivo, che per mezzo della fotocamera include ciò che desidera escludendo tutto quello che non rientra nello spazio dell’immaginazione.

Riccardo Romeo nasce a Pisa dove ha studiato e attualmente vive.
Nel 2007 si avvicina alla fotografia e nel 2009 all’Associazione Culturale Imago di Pisa con la quale da allora collabora.
L’interesse per la fotografia si approfondisce negli anni insieme alla curiosità per gli infiniti aspetti della realtà. La fotografia diviene così uno degli strumenti per indagare il mondo circostante. I vari momenti della giornata, le diverse situazioni nei contesti urbani o naturali e gli incontri con i soggetti e gli oggetti con cui si entra in contatto sono visti come preziosi doni da guardare e fissare in un’immagine.
Questa è per lui la “buona pratica” dello scatto, nel permanente scomparire del presente.

“Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle.
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore
del cielo”

Giuseppe Ungaretti